Donne Serial Killer: quando la criminalità ha il viso d’angelo

da | Lug 24, 2020 | Crime Stories

Abbiamo trattato vari aspetti della figura dell’omicida seriale, ma non abbiamo ancora parlato di una particolare categoria: quella delle donne Serial Killer.

A differenza di quanto detto per i Serial killer maschi, cui gli esperti in ambito forense sono concordi nel dichiarare quanto sia assolutamente presente in essi il movente sessuale, nelle donne la questione si fa assai più complicata e contorta.

Le caratteristiche fisiche e biologiche di una donna, appunto, sono di gran lunga differenti rispetto a quelle del sesso opposto e comportano, ovviamente, un notevole divario di forza e di aggressività. Questo particolare aspetto evidenzia come, negli omicidi commessi dalle donne, il movente sessuale sia di gran lunga ridotto. Tendenzialmente ad esse si riconducono altri fattori, che potrebbero innescare l’azione criminale: vendetta, denaro, eccesso di gelosia o invidia. Insomma, nella donna le caratteristiche psicologiche sembrano essere determinanti.

Dunque, cosa rende la criminalità femminile meno pericolosa di quella maschile?

Assolutamente nulla! Semplicemente se ne parla molto meno e saltano all’occhio solo gli omicidi più eclatanti, come per i casi di cronaca in cui madri uccidono i propri figli.

Nonostante i crimini femminili rappresentino soltanto il 10% degli omicidi seriali, non vuol dire che siano da sottovalutare. Secondo gli studi di numerosi criminologi, le donne killer sono molto più astute rispetto agli uomini, questo permette loro di sviare le indagini della polizia e di ridurre al minimo i sospetti. Le modalità di azione con cui commettono l’omicidio, nella maggior parte dei casi, sembra essere lucido e ben calcolato.

Come ho accennato precedentemente, il movente della donna criminale è molto spesso riconducibile a fattori psicologici e non sessuali; a questo proposito è ben noto un elenco stilato da Michael D. Kelleher nel 1998, in cui riportata nel suo libro “Murder Most Rare: The Female Serial Killer”, figurano 7 tipologie di donne Serial Killer:

1)LA VEDOVA NERA: solitamente uccide mariti ed amanti, soggetti di sesso maschile con cui ha avuto un rapporto amoroso. Il suo movente è strettamente economico, ma spesso sfocia in delirio di erotomania, ossia un disturbo delirante in cui la donna crea nella propria mente una convinzione infondata ed ossessiva, secondo cui un’altra persona prova sentimenti amorosi nei suoi confronti.

2)L’ANGELO DELLA MORTE: la donna criminale, in questo caso, uccide i soggetti che gli sono stati affidati per delle cure: dai propri pazienti ai soggetti cui ha un controllo medico o di tutela. Il movente sembra essere il “desiderio di esercitare un controllo assoluto sulla vita degli altri”.

3)LA PREDATRICE SESSUALE: si tratta di un criminale che utilizza un modus operandi molto simile a quello dei serial killer maschi( cambia spesso luogo, utilizza la pistola e le vittime sono spesso casuali). Il movente è vendicativo, sono soggetti femminili che da vittime passano ad essere carnefici, come nel caso di Aileen Wuornos: una prostituta responsabile di ben 7 omicidi.

4) LA VENDICATRICE: come dice la parola stessa il soggetto femminile uccide per vendetta o gelosia. Solitamente si tratta di donne che soffrono di un forte senso di rifiuto o di abbandono e le loro vittime sono, spesso, membri della propria famiglia.

5) ASSASSINA PER PROFITTO: si tratta di una particolare categoria di assassina, molto organizzata e per certi aspetti simile alla vedova nera. Il suo movente è prettamente economico ed uccide soggetti sconosciuti per il solo ed unico desiderio di ricavarne un consistente guadagno economico.

6) ASSASSINA IN GRUPPO: questa criminale si ritrova a collaborare con altri soggetti, siano essi uomini o donne, mentre il ruolo dominante viene lasciato al leader maschio. In questa particolare categoria le donne sembrano essere molto più crudeli e devote al leader, in alcuni casi non partecipano all’uccisione effettiva delle vittime, ma ne sono comunque complici.

7) ASSASSINA PSICOTICA: il soggetto in questione soffre di psicosi e commette omicidi in risposta ad un delirio interiore accompagnato da allucinazioni. Le uccisioni avvengono in maniera del tutto casuale e senza un apparente motivo logico.

Queste donne non sono nate “crudeli”, ma, esattamente come per i Serial Killer di sesso maschile, hanno probabilmente passato un’infanzia difficile, vivendo in un ambiente ostile o subendo violenze da parte di estranei o membri della propria famiglia.

Tutto questo, sommato ai vari disturbi psichici, ha portato loro a trasformarsi in orribili creature dal volto d’angelo. Alcune potrebbero essere definite “ragazze della porta accanto”, dai modi gentili ed affidabili, madri di famiglia che accudiscono con cura i propri piccoli.

Nonostante le enormi differenze dal punto di vista biologico e socio-culturale tra uomo e donna, non mancano gli elementi che accomunano l’aspetto della violenza: da un lato più fisica(uomo), dall’altra più verbale o indiretta (attraverso il pettegolezzo ad esempio).

Insomma, mentre gli uomini usano la forza, le donne utilizzano l’astuzia, un’arma silenziosa ed efficace capace di mettere in difficoltà persino i migliori detective.

 

 

Silvia Morreale